Una cascata di sorelle

Una cascata di sorelle
(grazie a Maria per il lavoro svolto)

venerdì 25 ottobre 2013

CARO ZUZZURRO TI SCRIVO...

Signori, è arrivato il momento di essere seri.

Ho appreso in nottata che ieri è morto Andrea Brambilla, in arte Zuzzurro, cofondatore del duo comico demenziale e allo stesso tempo geniale creato assieme all' amico Gaspare.

Come duo iniziano la collaborazione a metà anni Settanta, raggiungono il successo circa dieci anni dopo, grazie alla trasmissione Drive In.


I personaggi che li hanno resi celebri sono sicuramente quelli dell' immagine qui sopra, con Zuzzurro nei panni di un commissario cirtullo coi capelli sparati, l' impermeabile alla tenente Colombo e l' immancabile farfallino imbarazzante, mentre Gaspare cerca di fare l' assistente serio che tiene a bada il suo capo e nel frattempo interloquisce col pubblico. 

Ma Gaspare e Zuzzurro non erano solo questo: hanno lavorato come conduttori, a teatro, in alcuni film.

Una delle fatiche di Zuzzurro che io personalmente ricordo con maggiore facilità è la sua interpretazione in "Tutti gli uomini del deficiente", nel quale interpretava Leone Stella, un uomo che per mestiere faceva la cavia umana....lavoro che gli lasciava dei simpatici effetti collaterali.

Il duo ha lavorato in televisione anche negli ultimi anni. Dopo essere finiti dietro al bancone di Striscia la notizia, infatti, hanno preso parte come ospiti ad una delle ultime edizioni di Zelig.

Sì, è più che giusto ricordare questo duo, che purtroppo da ieri non esiste più. E io ho voluto farlo, a modo mio, raccontando. Ricordando.Anche se ufficialmente io appartengo ad un' altra generazione.

Tuttavia, come per ogni comico del suo calibro, ritengo non sia giusto compiangerlo. Credo sarebbe più felice se andassimo tutti su youtube a rivedere qualche suo vecchio sketch, per farci qualche risata, anzi, io ci sono già stato, e consiglio a tutti di fare lo stesso

Ciao Brambilla, insegna agli angeli a mangiare brioches...

Z.S.

mercoledì 23 ottobre 2013

LA TRAGICOMMEDIA DELLE ELEZIONI TRENTINE

Ok, in Trentino è tempo di Elezioni provinciali. Dopo 15 anni di regno Dellai, il nostro mini presidente si trasferì in quel di Roma lasciando a noialtri l' arduo compito di scegliere il suo successore. E per la scelta il Conclave si riunirà domenica 27 ottobre. Nessuna fumata grigia però qui. Si segue il più classico e veloce "Buona la prima".
Questa tornata di elezioni ha risvegliato un sacco di menti che probabilmente negli ultimi anni erano sopite, incastrate dal carismatico pensiero di Big Lorenzo e dei suoi (o forse più onestamente fino ad oggi non gliene è mai fregata una mazza). Fattostà che questa volta la scelta verrà effettuata tra ben UNDICI, sissignore, lo dico e lo ripeto, UNDICI candidati presidenti della Provincia.
Ma veniamo al dunque, e spulciamo ogni singolo candidato, così, giusto per vedere di che morte moriremo:

-UGO ROSSI , candidato della coalizione di centrosinstra. Dura la scelta della coalizione che, dovendo scegliere su quale nome puntare per il dopo Dellai ha deciso di avviare un' accesissima battaglia a colpi di AMBARABACCICCICCOCCO' tra i mille mila candidati, con la scelta ricaduta alla fine sull' ex assessore alla salute, che con Dellai condivide il partito, la tenacia, e il parrucchiere. 

- DIEGO MOSNA, candidato delle liste civiche con a capo Progetto Trentino, il nuovo stemma del rientrante Silvanino Grisenti.
Mosna, già presidente della Diatec Group e della Trentino Volley, una delle squadre di pallavolo più in vista in tutta Italia (e scusate se è poco), ha deciso di concorrere per conquistare un' altra presidenza, seguendo la logica schiacciante del "non c'è due senza tre".
Comunque siamo tranquilli: insomma, non s'è mai visto un imprenditore e presidente di una società sportiva intraprendere una lunga carriera politica, no?

- Il Centrodestra ha deciso molto sportivamente di fare hara-kiri chiamandosi fuori dai giochi. Infatti le menti illuminate che qui in Trentino hanno sempre straperso seppure compatte, questo giro hanno deciso di provare qualcosa di nuovo, ed infatti CRISTIANO DE ECCHER (Fratelli d' Italia), GIACOMO BEZZI (Forza Trentino), GIUSEPPE FILIPPIN (MIR) e MAURIZIO FUGATTI (Lega Nord), hanno deciso di concorrere...da soli!!!!! Esatto, signori, avremo ben quattro candidati del centrodestra, pronti a strapparsi a vicenda i voti degli elettori. Mi spiace proprio che i Nobel siano già stati assegnati ad altri capoccia per quest' anno...

- EZIO CASAGRANDA candidato di Rifondazione Comunista. I rifondazionisti ci riprovano, d'altronde la loro presenza, con relativa sconfitta bruciante, è un classico, un po' come "Una poltrona per due" in onda su Italia uno la sera del 24 dicembre. Questa volta però hanno deciso di perdere con stile. Infatti i pezzi grossi del partito nei mesi scorsi hanno avviato dei veri e propri casting per ricercare l' individuo esteticamente più vicino a Stalin che il Trentino potesse dare loro.

- ALESSANDRA CLOCH, la bersagliera che ha sbagliato tutto dalla vita. Diciamocelo, come una donna che si presenta in rappresentanza delle minoranze linguistiche può sperare di ottenere la maggioranza in consiglio (sì, questa è davvero una battuta pessima, ma che ci posso fare, sono fatto così)

- Ci sono poi i classici "candidati chi?", per la cornaca in questo momento sto parlando di FILIPPO DE GASPERI (Movimento 5 stelle) ed EMILIO ARISI (Sel). Sinceramente dire qualcosa su questi due sarebbe solo accanimento terapeutico. In fondo anche io ho dei principi...

- Ed arriviamo infine ad AGOSTINO CAROLLO, l' uomo qualunque, quello che ha promesso di suonarle ai suoi avversari politici, e trattandosi di un dj ne avrebbe anche la facoltà. Che si può dire di quest' uomo? Ha un partito che porta il suo nome, si atteggia da giovane, si presenta alle interviste travestito da personaggio di V per Vendetta, cerca di dialogare con gli altri candidati, alle tribune politiche indossa t shirt e berrettoni...è un po' strano, sì, ma almeno lui non l' ha mai negato a differenza degli altri. Ma lo sapete che in fondo in fondo un pensierino sarebbe da farcelo?

Ok, queste sono le nostre possibilità. Ad essere onesti ce ne sarebbe un' altra: starsene a casa, così poi il 28 sera ci si potrà lamentare allegramente delle scelte che han fatto gli altri.

Ma in fondo sono contento, ancora pochi giorni e finirà tutto sto teatrino. Tanti voltafaccia, recriminazioni e soprattutto undici candidati che spingono con uno slogan comune: CAMBIAMO, FACCIAMO LA RIVOLUZIONE, MANDIAMO TUTTO ALL' ARIA E RICOSTRUIAMO A PARTIRE DALLE FONDAMENTA.

Perdonatemi, mi spiace essere controcorrente, probabilmente sono l' unico che la pensa in questa maniera, ma in fin dei conti, in fondo in fondo...a me andava discretamente anche così com'è, al massimo giusto un ritocchino quà e là.
Grazie comunque dello sforzo
Z.S.

martedì 22 ottobre 2013

VIVALOSHOW n.3-Tutti a bordo...destinazione musical



Uno degli show più tosti che il Trentino abbia sfornato negli ultimi anni è con ogni probabilità “Tutti a bordo...destinazione musical”, nato nelle sale prove dell’ Associazione Des Etoiles, una signora scuola di ballo locale.
Questo  ambizioso progetto negli ultimi anni ha girato e rigirato calcando quasi tutti i palchi della Regione, ma non solo. Le mie fonti dicono sia riuscito ad espatriare, riscuotendo successi anche fuori dal territorio trentino, cosa per niente semplice.

Lo spettacolo, come si può intuire dal nome, è adattissimo agli amanti del musical, così come ai nostalgici del caro vecchio varietà.
L’ idea di fondo è quella della nave da crociera, in perfetto stile Novecento. Quelle navi dove la sera agli ospiti venivano proposti spettacoi frizzanti, musicali e innovativi.

Ed ecco che, una volta fatti accomodare i “passeggeri”, parte lo show: le parole sono poche, mooolto poche, non c’è tempo di parlare. Un immenso cast di ballerini e cantanti molto vario per età (si passa dai bambini, ai giovani adulti, agli adulti veri e propri) si butta in un frenetico collage che vuole proporre le più famose colonne sonore del Mondo, passando dal musical vero e proprio all’ opera moderna, prendendo in prestito persino le canzoni dei cartoni animati.

Così la prima parte dello spettacolo si butta in una variegata, forse troppo variegata, carrellata di canzoni, che attingono in buona parte dal favoloso repertorio disneyano.
Poi il viaggio termina, la nave si ferma e si sbarca in America. E così ci viene proposto il mondo del Musical in tutte le sue salse, da Sette spose per sette fratelli, fino al più recente Mamma mia, passando per i mostri sacri come Grease, il musical alla brillantina, fino ad arrivare ai più spettacolari acuti di New York New York, con tutti i suoi boa e lustrini.

E il bello è che  questo spettacolo non sta mai fermo. Cambia nel tempo, così come mutano gli interpreti, muta anche il copione.
Me la vedo io la mente di tutto che sta lì in regia a bacchettare il suo cast “Questa non mi piace, la prossima volta non la mettiamo” oppure “La prossima volta non balliamo questo balletto, ma facciamo quest’ altro” o ancora “Tu non canti più, ti sostituisce lei”

Insomma questo è un vero omaggio ad un genere appassionante. Da amante del musical in ogni sua veste posso assicurare che non è facile riuscire a farlo rientrare tutto in un solo contenitore, ma questo gruppo ci è riuscito dignitosamente.

Nota dolente: la sensazione che ho avuto io a vederlo è che talvolta qualche “spezzone” sia stato inserito forzatamente, senza logica, solo perchè era bello. 
Ma forse è per questo che lo spettacolo è in continuo movimento, sta ancora cercando il suo equilibrio.

Punto di forza: lasciatemela dire una cosa, il regista sarà pure un genio, i costumi sono molto suggestivi, e tutto quello che volete, ma parliamo del cast. Al di là della bravura oggettiva dei cantanti e della incredibile preparazione dei ballerini, la loro forza sta altrove. Poichè, per quanto  sia un cast abnorme, in fin dei conti sono sempre gli stessi che tornano nel giro di pochissimi minuti. E quindi il loro lavoro non è solo davanti al pubblico, ma è una continua corsa dietro le quinte. 
Immaginatevi: canzone finita - ok fuori – giù i vestiti – sù degli altri vestiti – rieccoci in scena. 
Tutta questa frenesia secondo me non può non portarli agli atti finali dello show (che è uno show bello lungo)  col fiatone, in riserva d' aria e coi crampi. Ma, nonostante tutto, alla fine ci arrivano, cantano, ballano, si inchinano, e il pubblico applaude, com' è giusto che sia.

 Un ultimo appunto: giusto per dare a Cesare ciò che gli spetta, questo spettacolo in parecchie occasioni è stato eseguito a scopo benefico, al fine di raccogliere fondi per le più svariate associazioni o progetti umanitari.
Quindi il mio personale augurio è che gli ARTISTI che guidano questa complessissima quattro ruote, possano continuare a far del bene a chi aiutano, così come al pubblico che continua a guardarli e ad applaudirli. 

Z.S.

lunedì 7 ottobre 2013

VIVALOSHOW n.2-Sacrificio



Oggi parlerò di uno spettacolo che ha fatto molto discutere nella mia Regione.
Sacrificio” è una rappresentazione nuova sotto molti punti di vista.
Come progetto viene concepito moltissimo tempo fa, nelle menti di Jacopo Laurino ed Elena Galvani, i giovani ideatori di questo nuovo modo di fare teatro chiamato SLOW-THEATER, nonchè registi di questo spettacolo. 
A me, che ho avuto l’ onore di conoscerli, piace immaginarmeli tranquilli seduti al tavolino di un bar di Taio, lui intento a sorseggiare l’ amaro, lei occupata a leggere le notizie di cronaca regionale sull’ Adige, quando ad un tratto entrambi si illuminano, si guardano negli occhi e si dicono una sola parola: Slow-theater.

Comunque, i due registi iniziano a progettare questa complicatissima macchina e a inserire i primi ingranaggi. Il loro intento è trasportare sul palco un racconto scritto dall’ autore nostrano Giacomo Sartori, intitolato per l’ appunto “Sacrificio”.
La storia è molto cruda, parla di quel Trentino che molti non sanno esista,e gli altri fanno volentieri finta di non vedere. Una storia che parla di giovani, di conflitti, di alcol, di droga, di tematiche ambientali e di pazzia. Quella pazzia che nasce dal gruppo di protagonisti, e viene covata fino a che non è sufficientemente forte da riuscire a sgretolarlo dall' interno, fino a farlo crollare definitivamente.

I due registi hanno poi setacciato il Trentino alla ricerca dei sette giovani più adatti alle parti dei protagonisti. Alle selezioni iniziali si sono presentati più di 200 ragazzi, e con molta calma e un percorso meticoloso sono diminuiti, e poi diminuiti ancora, fino a rimanere sette.
Gli stessi sette che, assieme a quattro aiutoregisti anch'essi selezionati accuratamente, a fine maggio hanno debuttato al teatro Cuminetti di Trento, e successivamente allo Stabile di Bolzano.

Ora si potrebbero dire molte cose su questo spettacolo.

Si potrebbe parlare del copione ambizioso, che si trova a metà strada tra una tragedia shakespiriana e una stesura per il cinema.

Si potrebbe parlare della scenografia, che fa vivere nello stesso istante tre ambienti diversi...oppure dell’ uso delle luci, che contribuiscono a rendere il tutto ancora più inquietante.

Si potrebbero citare i “big” Valeria Ciangottini e Pietro Biondi, che si sono messi in gioco in questa avventura nuova dando il loro contributo come attori ma anche come figure di supporto per i giovani e inesperti colleghi.

Tuttavia ritengo di dovermi (e volermi) soffermare soprattutto sui sette protagonisti di questo lavoro. Sto parlando di Marta, Diego, Katia, Frank, Anna, Roberto e Aldo,  interpretati da Barbara, Flavio, Daniela, Paolo, Valentina, Elia e Michele.
Ok, Elena e Jacopo hanno ritenuto che loro sono i più adatti al loro personaggio. Cinque di loro prima di Sacrificio non avevano mai avuto esperienze teatrali. Un piano suicida?
Magari anche, sicuramente si può dire che i registi hanno scommesso, hanno scommesso parecchio. Tuttavia ce l’ hanno fatta. Ma ce l’ hanno fatta anche i ragazzi. Sì, ho conosciuto anche loro, per brevi tratti abbiamo lavorato fianco a fianco. Cos’ hanno dovuto fare per mettere in scena lo spettacolo? Non hanno dovuto dimostrare a nessuno di essere diventati i nuovi Gasman, anzi. Tutto ciò che hanno dovuto fare è stato: diventare "brutti". 
Se sono stati scelti è perchè secondo le menti che drigevano il tutto, erano l' essere più simile al personaggio.
Però va detto che il personaggio ha vissuto una storia che loro grazie al cielo non hanno tra le loro esperienze, e loro hanno dovuto rendersi brutti, dare il peggio di loro per avvicinarsi il più possibile.

Nessuno dei protagonisti è positivo, e non c’è nulla di positivo in questi ragazzi: Marta è succube della sua stessa vita, che le sfugge dalle mani come un’ anguilla. Ha una forza che non riesce ad esprimere, una voce che non riesce a far prevalere su quella degli altri anche se forse qualcosa da dire lo avrebbe, si butta via da sola, assieme al suo amore combattuto per suo cugino (o fratello?), al suo lavoro fallimentare, e alla sua relazione “di merda” come lei stessa la definisce.
Diego è la sintesi del fallimento. Guardiaparco, rispettoso delle regole, maniaco moralista. A cosa gli serve essere diventato un chirichetto? Assolutamente a nulla, è la pecora nera della famiglia, sbeffeggiato dal padre e dal fratello bracconieri, costretto ad aiutarli a macinare carne di cui Dio solo sa la provenienza. Ama e sposa una donnna che lo ritiene un idiota e lo porterà alla rovina. Cieco e cocciuto come un somaro, ha un ego troppo grande per rendersi conto di quanto ogni sua decisione sia una cazzata.
Katia è matta come un cavallo, è la malattia, la piaga che porterà quel gruppo di amici alla rovina, e lo fa perchè è una follia comandata dalla cattiveria pura. Ma anche questa cattiveria non è altro che la risposta ad un susseguirsi di sfortunati eventi.
Frank sotto un certo punto di vista è molto più avanti degli altri, ragiona, inquadra le cose, capisce come va il Mondo. Ma rovina tutto questo il fatto che odia tutto e tutti, è un fuorilegge, si prende tutto quel che vuole, e nonostante ciò ancora non è contento.
Chi, volendo, portebbe essere utile, almeno un poco, sono Roberto e Anna, quelli un attimo più ragionevoli. Peccato che siano troppo pigri, poco carismatici e privi di iniziativa. E infatti all’ interno degli intrecci e delle vicende che si creano risultano totalmente inutili, dei simpatici soprammobili.

Per questo, proprio perchè ho conosciuto personalmente gli attori che li devono interpretare, comprendo quanto abbiano dovuto  violentarsi sotto tutti i punti di vista per raggiungere lo strabiliante obiettivo ottenuto. Non mi stupisce, al termine della Prima, aver visto una delle attrici in lacrime.

Uno spettacolo così un po’ di amaro lo lascia alla fine della serata. La tensione regna sovrana anche nei momenti di calma apparente. Ogni ingrediente della ricetta contribuisce a rendere la visione molto suggestiva.

Forse da questa esperienza non nasceranno nuovi Divi del teatro, qualche maligno potrebbe anche dire che se ne poteva fare a meno, ma io davanti allo sforzo di questi giovani che hanno avuto il coraggio di buttarsi nel buio, e dei registi che sono riusciti ad afferrarli al volo, non posso che alzarmi in piedi ed applaudire più forte che posso.

Z.S.

venerdì 4 ottobre 2013

VIVALOSHOW n.1-Romeo e Giulietta-Ama e cambia il Mondo


Era da un po’ che volevo osare e recensire qualche spettacolo, ma l’ indecisione su quale potesse essere la vittima sacrificale con cui incominciare mi ha sempre bloccato. L’ occasione però mi è piovuta in testa quasi da sola.

Mercoledì 2 e giovedì 3 ottobre ha debuttato nientemeno che all’ Arena di Verona “Romeo e Giulietta-ama e cambia il Mondo”, con la regia di Giuliano Peparini.

Il genere potrebbe definirsi a metà strada tra il Musical e l’ Opera Moderna, genere esploso con la famosissima Notre Dame de Paris. Bene, io non ho potuto essere a Verona, però ho visto con molto interesse la diretta trasmessa da Rai due ieri sera, giovedì 3 settembre.

Devo ammettere, da semplice spettatore, ero molto perplesso. Perchè spingersi nel fare un’ altra versione di questa storia, conosciuta e rivista in tutti i modi? Ma soprattutto, perchè pochi anni dopo “Giulietta e Romeo” l’ opera musicata da Cocciante in scia proprio a Notre Dame?

Beh, devo dare atto che ho dovuto ricredermi. Il cast aveva un compito arduo, rischiava di diventare una macchietta, e non era certo un cast col quale andare sul sicuro. Insomma, c’erano i nomi navigati nell’ ambiente (ad esempio Barbara Cola, Leonardo di Minno, Roberta Faccani, fino all’ eterno e fantastico Vittorio Matteucci), ma vi sono anche persone sicuramente nuove, non conosciute e dalle qualità non così manifeste. A partire dai giovani innamorati Romeo e Giulietta alias Davide Merlini, giunto alla ribalta grazie ad X Factor, e Giulia Luzi, più nota come “la Jolanda” della serie tv I Cesaroni, passando anche per Amici, dal quale è giunto il giovane Paride-Nicolò Noto.

Ora, con queste premesse, vista anche l’ ambiziosità del progetto, la domanda maligna nasce spontanea: scommessa o semplicemente trovata “ruffiana” di marketing? La verità potrebbe stare anche nel mezzo...

Ma veniamo allo spettacolo: due aspetti  saltano subito agli occhi, e alle orecchie.

In primis qui gli attori recitano, oltre che cantare. Non è così scontato, i precedenti trasmessi in tv mostravano solo musica musica ed ancora musica.
E mi sia permesso che non è male talvolta sentire anche delle parole non intonate.

Il secondo aspetto è sicuramente la scenografia: esiste? Non esiste? Chi può dirlo! Il lavoro tecnologico mi lascia piacevolmente colpito.



Ma in sè la forza di questo lavoro sta nel fatto che, rispetto  a tutti quelli che l’ hanno preceduto, è decisamente più leggero, più pop lo definirei, ecco. Quindi nulla da dire su chi, prima di cantarle, le ha scritte queste musiche.

Detto questo, spulciamo ogni particolare:

La recitazione? Beh, il povero Davide non è un attore e si sente. Lavoro ce n'è quanto si vuole, ma il ragazzo si è impegnato. D’ altro canto nessun Graziano Galatone o Giò di Tonno è nato imparato, no? Lavoriamo e un giorno arriveremo da qualche parte...
Nota: bravo chi ha scelto i personaggi. Sono giovani? e facciamoli fare ai giovani! Non come nell' opera classica, dove la parte della fanciulla la fa la vetusta solo perchè è la prima attrice

Il corpo di ballo? Non se n'è abusato quando c'erano tanti ballerini in scena. Non ne ho sentito la mancanza quando non c'erano. Mi sembra siano stati dosati al punto giusto, no?

I cantanti? Da profano io ritengo che i Merlini-Luzi siano una delle coppie meglio costruite degli ultimi anni in questo ambiente. Dovrebbero fare duetti più spesso nella vita!!
E personalmente mi levo il cappello di fronte anche a tutti i momenti corali. Solo una parola per descrivere quel che ne penso: WOW


La canzone più bella? “A quale stella, a quale Dio devo il suo candido cuore?  Si compia il sogno in fretta, di Romeo e Giuletta...” sarò un romantico inguaribile, ma sono costretto a mettere al top il duetto dei giovani protagonisti della celeberrima scena del balcone (anche se il balcone, ahimè, non c’è)

Il momento più struggente? La morte? La ri-morte? Il duello? No, no, no, no. Io do il mio voto alla commovente canzone del padre di Giulietta, il “mitticoooooo” Vittorio Matteucci. Sarà che quell’ uomo potrebbe cantare persino l’ elenco del telefono coi rutti e io lo osannerei comunque, sarà che si strugge a cantare l’ amore per la figlia nonostante pochi secondi prima la trascinasse per un braccio per tutto il palco urlandole “Impiccati puttanella!” però quel momento aveva una marcia in più.

La paraculata? Ogni show ha un momento di grande paraculata per quanto mi riguarda, questo si esprime al meglio alla fine, in cui le due famiglie si ritrovano nel dolore in un  momento di riflessione che sfocia in un “basta ostilità, volemmose bene”

Il personaggio “più”? Decisamente il Principe di Verona, all’ anagrafe Leonardo di Minno. Forse non tutti ricorderanno, ma anche lui esce dalla scuola più famosa della televisione italiana. Perchè è lui il personaggio “più”? Perchè io ammiro nelle opere di questo tipo coloro che hanno carisma e palle, oltre che una voce della Madonna, perchè vorrei essere come loro. Per Diana!!


Infine mi sia permesso di far notare che c’è stato qualche simbolismo a mio avviso di troppo. Tornando alla fine dell’ opera, Montecchi e Capuleti si ritrovano in un “non siamo più rossi, non siamo più blu, siamo tutti bianchi, veniamo a piangerci reciprocamente sulla spalla”. Non so se ho reso l’ idea, ma questa è l’ impressione che ha dato a me questa cosa. E mi sono chiesto: ma era necessario?

Vorrei anche recriminare sull’ imparzialità della regia in certe occasioni. Ad esempio Mercuzio muore. Ok, ma dopo essere stato pugnalato arriva a farsi una chiacchierata coi suoi amici, cantare una canzone, sbaciucchiarsi con Romeo e maledire tutti. Invece, quando muore Tebaldo? “Muori!!” ZAC pugnalata, STOTONF e Tebaldo cade a terra stecchito.


Comunque, a parte queste idiozie, sono contento di ciò che ho visto. E sono contento che ieri proprio Verona si sia alzata in piedi a celebrare i “suoi” Romeo e Giulietta.

E per chi in futuro volesse perdersi in questa storia per un paio d’ ore (cosa che consiglio caldamente)...buona visione.
Z.S.