Una cascata di sorelle

Una cascata di sorelle
(grazie a Maria per il lavoro svolto)

domenica 10 novembre 2013

VIVALOSHOW n.4-Associazione "Alla Ribalta"

Oggi avevo voglia di fare qualche cosa di nuovo, e allora non parlerò di spettacoli. Anche perchè ho l’ idea che talvolta per esprimere il proprio punto di vista si debba cambiare punto di osservazione, e questo è  uno di quei casi.
Volevo spendere due parole per un’ associazione, nello specifico dell’ Associazione Alla ribalta (visto il titolo dell’ articolo la cosa non dovrebbe stupire più di tanto).

Questo gruppo nasce non molto tempo fa, direi attorno al 2009, e da allora ha creato una serie di progetti teatrali meritevoli di attenzione (quantomeno della mia).

Ricordo la prima volta che sono entrato in contatto con questo gruppo. Ero in quinta superiore e con alcuni amici sono andato ad assistere ad uno spettacolo. Il titolo era “Sing it sisters!”, spettacolo tratto liberamente dal famoso musica Sister act. A fine serata ho pensato WOW!! Ma ci sono parecchi spettacoli che mi fanno dire così, cosa c’è di strano allora? 

Ve lo spiego subito: il cast era giovanissimo, composto esclusivamente da attori liceali, accompagnato da un corpo di ballo e da un orchestra altrettanto giovani. La regista (e direttrice artistica dell’ associazione) era una mia coetanea. Erano un gruppo di ragazzini che, grazie all’ aiuto (ma neanche troppi da ciò che ho sentito dire) di qualche adulto, erano riusciti a mettere in piedi uno spettacolo fantastico, che nulla aveva da invidiare ad una qualsiasi filodrammatica. Un vero collage di idee geniali. Un neo forse per quello spettacolo la recitazione in qualche punto vacillante, ma è naturale, gli attori giovani e con poca esperienza non si possono (e non si devono) mette in croce alla prima difficoltà.

Ma questo primo spettacolo è stato poi seguito da altri progetti. Il marchio di fabbrica è sempre, o quasi, lo stesso: una graziosa fusione di diverse arti (musica live, recitazione, acrobatica) cucite assieme da abili “sarte” che sanno il loro mestiere, scenografie d’effetto, e soprattutto lavori NUOVI.
Mi spiego meglio, se "per questo spettacolo utilizziamo una imponente scenografia in legno, per il prossimo la scenografia verrà proiettata", se "oggi facciamo un musical, domani potremo fare un flashmob in un supermercato". Questo a mio avviso è un modo di lavorare vincente.

Proprio ultimamente ho appreso da una fuga di notizie che la giovane regista (che nel frattempo è cresciuta e ha studiato, potenziando le armi a propria disposizione) e tutto il suo staff stiano lavorando ad una nuova fatica, sempre molto variopinta e meritevole quantomento di un “Ma dai?”, che  dovrebbe debuttare ad inizio dicembre, un lavoro ancora una volta nato dalla collaborazione con dei giovanissimi.

A questo punto la domanda dovrebbe essere “Perchè parlare di un comunissimo gruppo di giovani che fanno teatro? In fondo ce ne sono tanti”. Ed è proprio questo il punto.
Se posso fare il polemico, vedo una situazione un po’ nebulosa in Trentino, sembra che chiunque voglia stare su di un palcoscenico, ma sono presenti due mondi molto distinti e distanti: da un lato abbiamo un gruppo “vecchio” che nei fatti si dimostra legato alla vecchia scuola, non sembra intenzionato a staccarsi dalla vecchia impostazione filodrammatica e dalle vecchie commedie in dialetto (che onestamente sono un genere, ma nn il solo esistente). Mentre all’ angolo opposto abbiamo le scuole di teatro ma, ahimè, la mia impressione è che crescano giovani menti quadrate, e con la puzza sotto il naso. Possono convivere questi due Mondi? Certo, come l’ acqua e l’ olio nello stesso bicchiere!!

Invece da spettatore che cerca di carpire informazioni, quest’ associazione mi sembra più allegra, strizza l’ occhio ai giovanissimi, li fà crescere in un clima simile a quello della filodrammatica, ma comunque provando a cambiare, fare qualcosa di nuovo, a fidarsi di più delle giovani leve. Provare a cambiare non è così brutto in fondo! E da fan posso dire che quest’ associazione lo fà, nei limiti del possibile, e lo fà bene.

Magari mi sbaglio, magari mi sfugge qualcosa, ma secondo me ci fosse più gente che lavora in questa maniera, il panorama teatrale trentino ne uscirebbe rinvigorito, grazie ad una sana boccata di aria fresca.

Z.S.

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