Era da un po’ che volevo osare e recensire qualche spettacolo, ma l’
indecisione su quale potesse essere la vittima sacrificale con cui incominciare
mi ha sempre bloccato. L’ occasione però mi è piovuta in testa quasi da sola.
Mercoledì 2 e giovedì 3 ottobre ha debuttato nientemeno che all’ Arena
di Verona “Romeo e Giulietta-ama e cambia il Mondo”, con la regia di Giuliano
Peparini.
Il genere potrebbe definirsi a metà strada tra il Musical e l’ Opera Moderna, genere esploso
con la famosissima Notre Dame de Paris. Bene, io non ho potuto essere a Verona,
però ho visto con molto interesse la diretta trasmessa da Rai due ieri sera,
giovedì 3 settembre.
Devo ammettere, da semplice spettatore, ero molto perplesso. Perchè
spingersi nel fare un’ altra versione di questa storia, conosciuta e rivista in
tutti i modi? Ma soprattutto, perchè pochi anni dopo “Giulietta e Romeo” l’
opera musicata da Cocciante in scia proprio a Notre Dame?
Beh, devo dare atto che ho dovuto ricredermi. Il cast aveva un compito
arduo, rischiava di diventare una macchietta, e non era certo un cast col quale
andare sul sicuro. Insomma, c’erano i nomi navigati nell’ ambiente (ad esempio
Barbara Cola, Leonardo di Minno, Roberta Faccani, fino all’ eterno e fantastico
Vittorio Matteucci), ma vi sono anche persone sicuramente nuove, non conosciute
e dalle qualità non così manifeste. A partire dai giovani innamorati Romeo e
Giulietta alias Davide Merlini, giunto alla ribalta grazie ad X Factor, e
Giulia Luzi, più nota come “la Jolanda” della serie tv I Cesaroni, passando
anche per Amici, dal quale è giunto il giovane Paride-Nicolò Noto.
Ora, con queste premesse, vista anche l’ ambiziosità del progetto, la
domanda maligna nasce spontanea: scommessa o semplicemente trovata “ruffiana”
di marketing? La verità potrebbe stare anche nel mezzo...
Ma veniamo allo spettacolo: due aspetti
saltano subito agli occhi, e alle orecchie.
In primis qui gli attori recitano, oltre che cantare. Non è così scontato,
i precedenti trasmessi in tv mostravano solo musica musica ed ancora musica.
E mi sia permesso che non è male talvolta sentire anche delle parole
non intonate.
Il secondo aspetto è sicuramente la scenografia: esiste? Non esiste?
Chi può dirlo! Il lavoro tecnologico mi lascia piacevolmente colpito.
Ma in sè la forza di questo lavoro sta nel fatto che, rispetto a tutti quelli che l’ hanno preceduto, è
decisamente più leggero, più pop lo definirei, ecco. Quindi nulla da dire su chi, prima di cantarle, le ha scritte queste musiche.
Detto questo, spulciamo ogni particolare:
La recitazione? Beh, il povero Davide non è un attore e si sente. Lavoro ce n'è quanto si vuole, ma il ragazzo si è
impegnato. D’ altro canto nessun Graziano Galatone o Giò di Tonno è nato
imparato, no? Lavoriamo e un giorno arriveremo da qualche parte...
Nota: bravo chi ha scelto i personaggi. Sono giovani? e facciamoli fare ai giovani! Non come nell' opera classica, dove la parte della fanciulla la fa la vetusta solo perchè è la prima attrice
Il corpo di ballo? Non se n'è abusato quando c'erano tanti ballerini in scena. Non ne ho sentito la mancanza quando non c'erano. Mi sembra siano stati dosati al punto giusto, no?
I cantanti? Da profano io ritengo che i Merlini-Luzi siano una delle coppie meglio costruite degli ultimi anni in questo ambiente. Dovrebbero fare duetti più spesso nella vita!!
E personalmente mi levo il cappello di fronte anche a tutti i momenti corali. Solo una parola per descrivere quel che ne penso: WOW
Nota: bravo chi ha scelto i personaggi. Sono giovani? e facciamoli fare ai giovani! Non come nell' opera classica, dove la parte della fanciulla la fa la vetusta solo perchè è la prima attrice
Il corpo di ballo? Non se n'è abusato quando c'erano tanti ballerini in scena. Non ne ho sentito la mancanza quando non c'erano. Mi sembra siano stati dosati al punto giusto, no?
I cantanti? Da profano io ritengo che i Merlini-Luzi siano una delle coppie meglio costruite degli ultimi anni in questo ambiente. Dovrebbero fare duetti più spesso nella vita!!
E personalmente mi levo il cappello di fronte anche a tutti i momenti corali. Solo una parola per descrivere quel che ne penso: WOW
La canzone più bella? “A quale stella, a quale Dio devo il suo candido
cuore? Si compia il sogno in fretta, di
Romeo e Giuletta...” sarò un romantico inguaribile, ma sono costretto a mettere
al top il duetto dei giovani protagonisti della celeberrima scena del balcone
(anche se il balcone, ahimè, non c’è)
Il momento più struggente? La morte? La ri-morte? Il duello? No, no,
no, no. Io do il mio voto alla commovente canzone del padre di Giulietta, il
“mitticoooooo” Vittorio Matteucci. Sarà che quell’ uomo potrebbe cantare
persino l’ elenco del telefono coi rutti e io lo osannerei comunque, sarà che
si strugge a cantare l’ amore per la figlia nonostante pochi secondi prima la
trascinasse per un braccio per tutto il palco urlandole “Impiccati puttanella!”
però quel momento aveva una marcia in più.
Infine mi sia permesso di far notare che c’è stato qualche simbolismo a
mio avviso di troppo. Tornando alla fine dell’ opera, Montecchi e Capuleti si
ritrovano in un “non siamo più rossi, non siamo più blu, siamo tutti bianchi,
veniamo a piangerci reciprocamente sulla spalla”. Non so se ho reso l’ idea, ma
questa è l’ impressione che ha dato a me questa cosa. E mi sono chiesto: ma era necessario?
E per chi in futuro volesse perdersi in questa storia per un paio d’ ore (cosa
che consiglio caldamente)...buona visione.
Z.S.
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